Lost in Tennis

Riuscirà Mariano Navone ad entrare e rimanere stabilmente in top 20?

Maggio 5, 2024 | by Michele Schirru

Navone Mariano 42

Potrebbe anche vincere contro Musetti ma riuscirà ad entrare e rimanere stabilmente in top 20?

Mariano Navone, ragazzo umile e simpaticissimo.

Ho avuto modo di incontrarlo al Sardegna Open, dove a seguito della sua vittoria in semifinale contro Luciano Darderi, abbiamo fatto una chiacchierata molto interessante che mi ha dato lo spunto per fare un ragionamento sulla sua situazione.

Michele Schirru e Mariano Navone

 

Non c’è dubbio sul fatto che Navone stia vivenso un momento di gloria, per la verità cominciato già nel 2023. La settimana scorsa quasi non vinceva contro Holger Rune al Masters 1000 di Madrid.

Nell’intervista mi sono permesso di definirlo il “Re dei Challenger” (visto che l’anno scorso ne ha vinti ben 5) e lui ha sorriso con quel misto di soddisfazione e orgoglio.

Quest’anno è alla sua terza finale, le prime due nel circuito maggiore e poi questa al Sardegna Open. La prima, a Rio de Janeiro, persa contro il connazionale Sebastian Baez; la seconda, a Bucarest, persa contro il solidissimo Marton Fucsovics.

Comunque sia, per il 2024 ha un rapporto vittorie-sconfitte molto buono: 12 a 6. Oggi incontrerà Lorenzo Musetti, una finale che ha sapore di torneo del circuito maggiore, ma rimane pur sempre un Challenger. Stando ai numeri il favorito è il nostro Lorenzo, ma visto il periodo non proprio eccezionale che sta attraversando e in virtù del fatto che si giochi sulla terra, il reale favorito non può che essere l’argentino.

Mariano Navone è attualmente numero 23 della Race, numero 41 del ranking Atp. Insomma, il 2024 lo ha consacrato tra i grandi del circuito, no? Probabilmente sì, ma ho qualche perplessità sulla possibilità che possa entrare e poi rimanere stabilmente in top 20.

Sapete cosa hanno in comune tutti i risultati strepitosi che ha raggiunto?

Sono stati conseguiti sulla terra rossa, la sua superficie preferita: Mariano Navone è un terraiolo doc.

Come da tradizione sudamericana, è uno dei pochi specialisti che ancora girano nel circuito, ormai per tre quarti composto da tornei che si disputano su superfici veloci.

E allora come si può pensare di vederlo stabilmente nella top 20 se, molto probabilmente, non riuscirà a ripetere gli stessi risultati anche sul cemento? E che dire dell’erba?

Praticamente dovrebbe dominare la stagione sul rosso e portare a casa un gran risultato al Roland Garros, in maniera tale da accaparrarsi abbastanza punti per tutto il resto dell’anno. Quest’anno come tutti gli anni a seguire, visto che ha solo 23 anni e una carriera davanti.

Guga Kuerten è diventato numero 1 al mondo perché sapeva vincere anche sul cemento, e prima di lui Marcelo Rios. Lungi da me paragonarli a lui, per talento e per tutto il resto, ma tant’è.

Mariano Navone ha davanti a se un bivio: cambiare il suo gioco oppure “accontentarsi” di essere uno specialista e fare cassa solo sul rosso.

Come mi ha raccontato nell’intervista dopo la vittoria in semifinale, in parte ha già intrapreso un percorso di cambiamento dal punto di vista tecnico. E non è nemmeno una cosa così scontata da fare, perché nel 2022 ha avuto il coraggio di abbandonare una presa tipicamente da terraiolo come la full western per adottare una semiwestern.

Mariano Navone gioca il Diritto

Per quattro mesi non ha vinto una partita, ma a guidarlo è stata la ricerca di una soluzione capace di fornire una gestione più completa e ottimale del diritto.

Passando ad una presa intermedia, nelle sue parole situata tra la tradizionale eastern e la full western, sulla carta avrà maggiore facilità nel gestire le palle basse, entrare meglio nei colpi in avanzamento e privilegiare una traiettoria più lineare pur conservando complessità di palla.

Analizzando il suo diritto c’è comunque ancora ampio margine di crescita e di miglioramento, visto che il braccio dominante rimane ancora piegato durante l’impatto, cosa che avviene normalmente tra i giocatori che usano la full western. E durante l’impatto, portandosi verso il finale, la testa della racchetta si muove comunque troppo verticalmente con una traiettoria che potrebbe essere più ovalizzata. Se analizziamo il diritto di Carlos Alcaraz, per esempio, possiamo notare come il braccio durante l’impatto sia disteso e la testa della racchetta si proietti in avanti allontanandosi dal corpo.

La sua Head Boom è una racchetta XL, ossia più lunga di circa 1,5cm rispetto alla media che si attesta sui 68,5cm. Questo gli garantisce maggiore inerzia da sprigionare sulla palla e maggiore efficacia sul servizio. Non è l’unico a utilizzare un telaio in versione allungata, ricordiamo tra gli altri anche Casper Ruud e Francisco Cerundolo.

Oltre questi aspetti tecnici, c’è anche da evidenziare un aspetto più squisitamente tattico e legato allo stile di gioco.

Nonostante l’aiuto della racchetta XL, Navone non ha un servizio formidabile e lo si vede pochissimo nei pressi della rete, se non per processare un punto ormai chiuso. È un giocatore che in generale conquista il punto portando l’avversario a sbagliare: si muove nello scambio con grande velocità e sbaglia poco, variando l’altezza e la velocità di palla, evitando di dare ritmo all’avversario.

Tutte caratteristiche che sulla terra pagano, ma sul veloce? Per come si è sviluppato il gioco moderno, questa gestione della partita non può andare molto lontano. Oltre a migliorare ancora il suo dritto e il suo servizio a livello tecnico, deve necessariamente cambiare l’impostazione della partita, snaturando anche la sua persona tennistica. Quest’ultimo aspetto è chiaramente il più complicato da mettere in pratica.

Per questi motivi, sono convinto che Mariano Navone sia un grandissimo giocatore e conseguirà ancora tantissimi trofei nella sua carriera. Magari vincerà anche il Sardegna Open nella finale di oggi, imbabolando il buon Lorenzo e mandandolo ai teloni con cariconi in top spin sul rovescio, ma quanta strada potrà ancora fare?

Foto Francesco Panunzio

RELATED POSTS

View all

view all