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Musetti sfiora l’impresa ma Djokovic va avanti al Roland Garros: l’analisi completa

Giugno 2, 2024 | by Michele Schirru

Musetti sfiora l’impresa ma Djokovic va avanti al Roland Garros

Diciamoci la verità, abbiamo probabilmente assistito a una delle partite più emozionanti degli ultimi tempi, carica di significati:

  1. perché avrebbe potuto consegnare la posizione numero del ranking al nostro Jannik Sinner;
  2. perché vedeva entrare in campo un Djokovic in un momento particolare della sua carriera, quasi irriconoscibile;
  3. perché dall’altra parte c’era un altro italiano, Lorenzo Musetti, talento puro ma spesso preda della sua fragilità emotiva.

Lorenzo Musetti e Novak Djokovic si sono affrontati in una battaglia epica durata 4 ore e 29 minuti.

Nonostante l’italiano sia riuscito a mettere in difficoltà il numero uno del mondo, alla fine è stato Djokovic a prevalere con il punteggio di 7-5, 6-7(6), 2-6, 6-3, 6-0.

Analizziamo in dettaglio questo incontro, sottolineando i momenti chiave e gli aspetti fisici, tecnici e mentali che hanno caratterizzato il match.

Se c’è una cosa che questa partita ci insegna, è che quando pensi di avere Djokovic alle corde, lui ti dimostra di avere un’energia nascosta che nemmeno lui sapeva di avere… ma andiamo con ordine.

Musetti sfiora l'impresa ma Djokovic va avanti al Roland Garros

Primo Set: un inizio equilibrato

La partita inizia con un Musetti aggressivo e deciso a farci sognare. 

Riesce a brekkare Djokovic nel terzo game e si comincia a sperare in un colpaccio, ma non dimentichiamoci: dall’altra parte c’è Djokovic.

Il serbo risponde subito con un contro-break e mantiene la calma nel corso dei game successivi, chiudendo 7-5. Come dire, il re non abdica così facilmente.

Secondo Set: Musetti risponde

Il secondo set è un mix di alti e bassi, con giocate spettacolari e qualche errore di troppo da entrambi i lati.

Djokovic a tratti sembra spaesato e non sfrutta il suo vantaggio, Musetti ne approfitta per recuperare i game persi e dal 4-1 sotto porta il set al tie-break. Qui, l’italiano dimostra nervi d’acciaio, salva un set point e chiude 7-6(6).

Da sottolineare la freddezza di Musetti nel tie-break. Salvare un set point contro Djokovic? Non è roba da tutti.

Terzo Set: Musetti in controllo

Nel terzo set, Musetti è un fiume in piena: aggressivo e preciso, brekka Djokovic e mantiene il vantaggio.

Il serbo sembra essere fisicamente in difficoltà e Musetti chiude il set 6-2.

La folla è in delirio, e cominciamo a credere che il miracolo sia possibile.

Quarto Set: il ritorno di Djokovic

Ma ecco che il serbo si risveglia e decide di tornare in partita, come il vampiro che ha trovato una vena di freschezza, Djokovic recupera energie e intensità.

Mentre Musetti inizia a mostrare segni di stanchezza, Djokovic brekka due volte e chiude 6-3.

Le speranze si affievoliscono, ma il pubblico non molla… Musetti forse sì.

Quinto Set: la resilienza di Djokovic

Il quinto set è un monologo di Djokovic.

Nonostante l’orario impossibile e la stanchezza, nonostante i suoi 37 anni, il serbo gioca un tennis impeccabile, mentre Musetti sembra aver esaurito la batteria.

Djokovic chiude il set 6-0 e mette a tacere ogni dubbio, dimostrando che la resilienza e l’esperienza possono fare la differenza.

Analisi area tecnico-tattica

Musetti gioca più vincenti, 53 a 44, e commette meno errori di Djokovic, 34 a 42, eppure il conteggio totale dei punti vinti è di 150 a 134 per Novak Djokovic.

Una chiave di lettura passa per servizio e risposta, dove Djokovic vince il 69% dei punti con la prima e vince il 44% dei punti in risposta, a differenza di Musetti che vince il 59% dei punti con la prima e scende al 38% nella vittoria dei punti in risposta. 

Per Musetti, la strategia di gioco e le indicazioni del Coach sono chiare sin dal principio: gioca in spinta e privilegia la parte destra del campo.

Il motivo è semplice: evitare di rimanere schiacciato nella diagonale di rovescio dove, francamente, non c’è storia.

Musetti avrà pure un bel rovescio a una mano, ma Djokovic ha il miglior rovescio a due mani del circuito, e come lui stesso ha dichiarato in un video che potete rivedere qui, quando tra rovescio a una mano e rovescio a due mani fai a cazzotti, non c’è storia.

Musetti varia molto il gioco, cercando tutti gli angoli del campo e utilizzando spesso palla corta e slice, sia di dritto che di rovescio.

Questo lo premia in svariate occasioni, anche in virtù del fatto che la sua posizione in campo rimane piuttosto avanzata per buona parte della partita, dove cerca di utilizzare il dritto per dettare il gioco.

Non dentro il campo, ma comunque vicino alla riga, solo nel finale comincia ad arretrare e perdere campo, trovandosi a rincorrere la palla da svariati metri dietro la linea di fondocampo. Lorenzo serve regolarmente intorno ai 200kmh e oltre, commette solo 2 doppi falli ma totalizza solo 1 Ace, sulla seconda risulta invece sempre troppo prevedibile e poco coraggioso, scendendo spesso a velocità da terza o quarta categoria. 

Per Djokovic appare chiara dal principio la ricerca continua del rovescio a una mano di Musetti, lasciandosi andare allo scambio e prendendo la rete (non sempre riuscendo a vincere il punto) solo quando costretto dalle palle in mezzo al campo di Musetti, oppure lasciando andare delle accelerazioni di dritto fulminanti e decisive.

Con l’andare del match Djokovic cerca di accorciare lo scambio e trovare soluzioni alternative andando più spesso a rete, portando a casa il 59% dei punti giocati in questa zona di campo.

La sua posizione è sempre più vicina alla riga di fondocampo e difficilmente cede il campo, diventa più aggressivo e spregiudicato, lasciando andare i colpi di potenza e tenendo Musetti in costante movimento in lungo e in largo per il campo.

La lunghezza media degli scambi si accorcia e il divario tecnico-tattico si allarga in misura considerevole, marcando una soglia irraggiungibile per Musetti. Il servizio di Djokovic si è dimostrato affidabile e preciso, commette solo 2 doppi falli e totalizza 5 Ace.

Analisi area Atletica e Fisica

Musetti ha mostrato un’ottima forma fisica per quasi tutta la durata del match, almeno sino alla metà del quarto set.

Dopodiché, il crollo, ma potrebbe essere avvenuto anche in funzione del cambio di assetto che ha visto Djokovic salire dal punto di vista dell’energia a disposizione, caricato dal tifo del pubblico e dalla forza di volontà.

Non solo una motivazione di tipo fisico insomma, potrebbe essere legato anche all’aspetto mentale. 

In conferenza stampa a Djokovic è stato chiesto se stesse soffrendo fisicamente, visto che per lunga parte del match si è visto piegarsi in due e affannare dopo gli scambi lunghi.

Djokovic: “Quando giochi uno scambio di oltre 20 colpi alle 2 del mattino… Chi gioca a tennis alle 2 del mattino? Giochi solo poche partite nella tua vita a quest’ora. Soprattutto se dall’altra parte della rete c’è qualcuno come Lorenzo che sta giocando il tennis della sua vita, non sbagliando quasi nulla e costringendoti a giocare ogni punto. Era così afoso e le condizioni erano pesanti, c’era molto freddo, le palline non andavano. Non ottenevo molti punti gratuiti dal servizio, quindi dovevo lavorare per ogni singolo punto, ed è per questo che mi sono spinto fisicamente al limite questa notte.”

Analisi area Mentale

Per Musetti una prestazione solida, a differenza di tante altre partite che lo hanno visto abbattersi e lasciarsi andare alla frustrazione.

È apparso in fiducia, a testa alta e con un linguaggio del corpo inequivocabile, che ce lo ha fatto vedere molto sicuro di sé e dei suoi mezzi.

Il suo angolo ha giocato un ruolo fondamentale in questo, visto che erano continui gli incoraggiamenti e le indicazioni da parte di coach Tartarini. E lui è rimasto appeso a loro e al match, mostrando quanto, se in condizione ottimale dal punto vista mentale, possa valere più del suo ranking attuale.

Per quanto riguarda Djokovic, quello che abbiamo visto in campo non è il Nole del 2023, per lunga parte del match è apparso distante e non in the zone.

Ma è anche vero che rispetto all’andamento dell’anno in corso, in questo Roland Garros si è comunque mostrato più centrato, facendo percepire come gli eventi di questa importanza lo rendano più attento e più motivato a competere al massimo della forma. 

In conferenza stampa hanno chiesto a Djokovic come abbia fatto a ribaltare la situazione nonostante fosse seriamente nei guai.

Djokovic: “Beh, ero davvero nei guai. Merito a Lorenzo per avermi messo a disagio in campo e per aver giocato un tennis incredibile, di altissimo livello. A un certo punto, non sapevo cosa fare. Da entrambi i lati, recuperava molte palline, vincenti da entrambi gli angoli, buoni servizi, correva su ogni palla in campo. non è stato piacevole giocare contro di lui in quel terzo set e all’inizio del quarto. Il pubblico mi ha sicuramente dato la carica. Avevo davvero bisogno di quella spinta, di quell’energia sul due pari nel quarto set. Hanno iniziato a cantare il mio nome, e ho sentito una grande nuova ondata di volontà ed energia. Penso di essere stato un giocatore diverso da quel momento in poi. Il quinto set è stato semplicemente incredibile. Ero su di giri, cavalcando quell’onda e non lasciando andare quella presa che avevo creato su Lorenzo alla fine del quarto. Ho continuato a spingere, a lottare e ho chiuso il match con un vincente straordinario.”

Conclusioni

Questa partita ci ha regalato emozioni incredibili, con Musetti che ha mostrato un potenziale immenso e Djokovic che, dopo un inizio d’anno a singhiozzo, ha dimostrato a tutti perché è ancora il numero uno.

Alla fine, il serbo ha avuto la meglio, ma Lorenzo può essere orgoglioso della sua prestazione.

E per noi spettatori, è stata una notte indimenticabile.

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